Aforismi, frasi e citazioni. Una guida al sito Aforisticamente

Menzionato da importanti testate giornalistiche tra cui Il Sole 24 ore e New Yorker, vincitore di importanti premi internazionali, Aforisticamente è considerato uno dei siti web più importanti al mondo sull’aforisma contemporaneo (dal 1980 ai giorni nostri).

Qui di seguito una mappa per orientarsi nel sito.

Aforismi per autore (Italia), dalla B di Baroni alla Z di Zuccarino

Aforismi per autore (nel mondo), dalla A di Raúl Aceves alla Z di Urszula Zybura

Aforismi per nazione, dalla A di Argentina alla T di Turchia

Aforismi, frasi, pensieri e battute dei migliori autori di Twitter

Calendarismi: frasi e aforismi sul calendario ovvero la contemporaneità vista attraverso il modello della forma breve (Natale, San Valentino, Festa della donna, Giornata mondiale della poesia, etc)

Ebook gratuiti di aforismi

Le ultime parole prima di morire di personaggi illustri

Frasi e aforismi finanziari (la crisi economica, le banche e i banchieri, l’inflazione, la tasse, il denaro, etc)

Aforismi sul corpo umano e le sue parti ovvero il frammento sul frammento

Aforismi sul cibo e la cucina

Collana editoriale Aforisticamente

Contatti: fabrizio.caramagna AT gmail.com

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Koan
Calembour
note, enigmi, frasi
citazioni, frammenti, lampi
limerick,  sentenze, haiku, apoftegmi
precetti, battute, proverbi, koan, ritratti, tweet
agudezas, massime, motti di spirito, epigrammi, paradossi
aforismi, aforemi, metaforismi, euforismi, anaforismi, poesismi, afasismi
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microsaggi, intermezzi, parabole, pensieri
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Witz

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Scrittori di aforismi su Twitter, Bon1z

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @bon1z (Boniz). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autore scrive di sé: “Ho una quarantina d’anni e vivo a Verona dove faccio il manager nel mondo del turismo”.

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@bon1z è su Twitter dal 2011 (“ma scrivo solo dal settembre 2012”). “Alla base – mi rivela l’autore – c’è il desiderio di spiazzare, riconsegnando originalità ai luoghi comuni e alle banalità, motivazione per nulla fine a sé stessa ma legata al desiderio di condividere pensieri molto più strutturati e ovviamente poco sintetizzabili, attraverso provocazioni, antitesi e paradossi. Probabilmente un vano tentativo, perché chi mi retwitta spesso lo fa perché faccio ridere o perché l’ho spiazzato o perché… ‘me lo farei’ (giuro che succedono anche queste cose). Per fortuna con gli amici veri i miei pensieri si rivelano punti di arrivo o di partenza di riflessioni più ampie e complesse”.

I tweet di @bon1z sono guizzi, lampi, provocazioni, in un vorticare di antitesi e di paradossalità sistematiche.Quando le prime parole di un tweet sembrano fare il verso a una banalissima frase fatta che crea attese scontate, ecco invece che subito dopo si rivela l’esatto contrario: la verità si rivela nell’improvviso impatto di un’abitudine mentale con una visione diversa. Così il lettore si trova spesso di fronte a un tweet dove la struttura binaria carica e poi spara a raffica l’esatto opposto di ciò che si pensava di leggere. In uno dei suoi tweet @bon1z scrive: “penso spesso a come non sarebbe stato tra noi” (quando invece il lettore si sarebbe aspettato un “come sarebbe stato tra di noi”). E si veda anche “questa cosa che ci incontriamo deve iniziare” (capovolgendo il più comune “deve finire”) o “non posso più stare senza di te lo vai a dire a me” (invece che un “altro”) o anche “nessuno mi parla come taci tu” (quando ci si aspettava un “come parli tu”).

Un altro procedimento che @bon1z usa è quello di un umorismo intento a operare con l’assurdità delle significazioni, il non senso delle designazioni della frase. L’effetto che ne deriva è quello dello spaesamento logico all’interno del fluire consueto del linguaggio quotidiano. Ecco alcuni esempi: “quasi tutto è meglio di niente. figuriamoci tutto” oppure “se tu, là fuori, sapessi quanto sei anche qui” oppure “non sto dicendo che non ci capiamo, sto dicendo che non ci capiamo” o “non posso distrarmi un attimo che mi distraggo un attimo” o infine “hai tutta l’aria di avere tutta l’aria che mi manca”. In questo vorticare di proposizioni che smentiscono la struttura logica su cui erano nate e che creano nuove aperture mentali @Bon1z sembra voler, ogni volta, distogliere la parola – e la frase – dalla sua funzione ovvia e rassicurante. Così i suoi tweet diventano spesso (mi si passi un neologismo) delle “improprietà” linguistiche, improprietà e abusi sintattici imperdonabili per chi segue pedantemente le convenzioni sociali, ma che messi una dopo l’altro nel flusso della timeline, restituiscono in modo netto una diversa rappresentazione del reale. Con questo procedimento @bon1z mostra la percentuale di assurdo che il linguaggio inevitabilmente porta con sé e, poiché con quello stesso linguaggio rappresentiamo il mondo, la nostra vita e ciò che costituisce i nostri sentimenti, l’autore arriva a indicare quanto l’assurdo e la contraddizione siano costitutivi di ciò che in mancanza di meglio chiamiamo realtà.

Presento una selezione di tweet di @bon1z. Come altri autori di Twitter, quelli di @bon1z sono tweet incentrati sulla persona. In questa estrema mobilità sintattica, in questo gioco delle antitesi che si divorano per poi subito rigenerarsi, in questi flussi linguistici che talora diventano quasi dei nonsense, @bon1z spesso si rivolge a un tu femminile, di cui ricorda tutto (“dal primo all’ultimo sogno”), donna immaginaria (“stasera vorrei dire alla donna della mia vita che sarebbe ora di smetterla di non avere la minima idea che io esisto”), ma anche donna reale, che si muove all’interno di una scena fatti di vuoti e pieni, parole e silenzi, desideri e frustrazioni, slanci d’amore e anche sbalzi d’umore, tra un qui e un lì, un adesso e un mai più.

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@bon1z, Tweet scelti

pensavo che oggi è il giorno più bello della vita di qualcun altro.
siamo tutti felici per te, qualcun altro

entro in ascensore. c’è una ragazza bellissima.
mi guarda, mi sorride e sussurra:
– piano?
– pianissimo, grazie

ci sono persone indimenticabili.
e nessuna cura

non vorrei creare falsi allarmi, ma ho il sospetto che la vita possa essere molto più bella di così

mi piaci perchè sei riservata.
a me

quando chiudi una porta, verifica accuratamente di trovarti dalla parte opposta del motivo per cui la chiudi

un giorno chiederò agli specchi cos’hanno concluso, dopo tanto riflettere

come quando sei tra te e te, e ti senti fuori luogo

questa cosa che ci incontriamo deve iniziare

tutto è male quel che sfinisce il bene

ho provato di nuovo ad affogare il dolore ma a questo punto credo sia anfibio

ci sono persone così lontane nello spazio e così vicine nei pensieri che uno si chiede perché cazzo non si debbano incontrare

(sono le scelte che non facciamo a renderci schiavi)

sono stanco di trascinare questo sacco di cose da dirti

quasi tutto è meglio di niente.
figuriamoci tutto

adoro contraddirmi, è una cosa che non sopporto proprio

ho un sacco di danni ma li porto bene

– vuoi che me ne vada o cosa?
– cosa

hai tutta l’aria di avere tutta l’aria che mi manca

se tu, là fuori, sapessi quanto sei anche qui

non posso distrarmi un attimo che mi distraggo un attimo
Continua a leggere

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Scrittori di aforismi su Twitter, Mesmeri

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @mesmeri (Martina). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autrice scrive di sé: “Non sono niente di più né di meno di tante altre persone, anche se mi piace pensare di essere depositaria universale di certe emozioni. Faccio l’architetto “a ostacoli”, ho un compagno e un bambino di due anni che è il destinatario di quasi tutti i miei pensieri d’amore. Sono iscritta a twitter dal 2009 ma non ho fatto in tempo a capirne il funzionamento che una disavventura mi ha tolta dal mondo per un po’. Ho iniziato a scrivere nel febbraio del 2012, nella mia seconda vita”.

mesmeri_a.jpg

“Scrivo su twitter perché scrivere è il leitmotiv della mia vita: conservo diari dell’adolescenza zeppi di pensieri, pezzi di carta, lettere. E molti li ho buttati. Paradossalmente metto a disposizione di moltissime persone pensieri che mi vergogno a dire a voce. Ho scritto su ogni supporto e prima di condensare tutto in 140 caratteri ho scritto di cinema, di libri e di sciocchezze (e ogni tanto lo faccio anche per lavoro). A differenza di molti che sfogano il proprio malessere nella scrittura, io se sto male non scrivo affatto”.

Nei suoi tweet @mesmeri non scrive perle di saggezza (“Il mio percorso verso la saggezza è ancora lunghissimo”) e, se le scrive, “le infila in collane che non metterà mai”. Perché @mesmeri sta dalla parte “di chi non giudica con parole taglienti, di chi coltiva i propri dubbi, di chi si permette il lusso di essere fragile”, è una donna che ama ridere delle sue sciocchezze, della sua fragilità (“un cuore di burro”) e persino della sua volubilità (“Dell’essere femmina adoro la volubilità anzi la odio e ne rido e ci piango”) e la storia della sua vita è la storia “di chi si chiede se sia il caso di fare quella cazzata, mentre già la sta facendo”.

Però non tutto è come appare e come sembra. Dietro questa scrittura apparentemente “volubile” e “leggera”, dietro questo “diario minimo”, si nasconde un animo che ha conosciuto la vita (“Ho raccolto i pezzi di una me stessa frantumata, ricuciti con fatica, innaffiati con le lacrime. La mia seconda vita è il mio regalo per me”) e che ci descrive in modo quasi spietato le sue tante verità, anche quelle più dolorose. E se in modo leggero @mesmeri scrive “Agli esami di coscienza si può portare un argomento a piacere?”, poi in realtà il lettore capisce che questo esame di coscienza l’autrice se lo fa più volte interrogandosi su se stessa e sugli altri. Perché nella vita, piena di contraddizioni e di domande, resta sempre un senso di vuoto “dove non facciamo altro che travisare gli stessi ventuno grammi da cuore a cervello e viceversa” chiedendoci ogni volta quale sia il senso delle nostre azioni. E a volte ci si chiede se esista “una via di emergenza per uscire da noi stessi”.

Presento una selezione di tweet di @mesmeri. Tra le tante mamme di Twitter, anche @mesmeri racconta le gioie e l’impegno dell’avere un figlio e lo fa con delicatezza e con profonda nobilità d’animo. Tra i diversi tweet cito: “Un figlio ti cambia anche il ritmo del cuore” e “MAMMA. Fenomeno astronomico per cui un pianeta ruota attorno a un piccolo sole, secondo cui però il sole è lei. Raro esempio di reciprocità” e anche “Dovremmo essere spontanei come i bambini che, quando vogliono una carezza, ti prendono la mano e se la mettono sul viso”.

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@mesmeri, Tweet scelti

Se ho sperato, è stato solo per legittima difesa.

Sono in grado di litigare venti volte in modi diversi con la stessa persona, senza che quella persona nemmeno lo sappia.

Resta sempre un senso di vuoto perché non facciamo altro che travasare gli stessi ventuno grammi da cuore a cervello e viceversa.

La conquista non è mica portarsi a letto una donna, ma avere il permesso di spettinarla e sbavarle il trucco senza che lei protesti.

Infilo inutili perle di saggezza in collane che non metterò mai.

Nel mio dizionario, Negramaro è un vino. Modà invece è un errore ortografico.

Come quando credi di avere il coltello dalla parte del manico, e non vedi che la mano ti sta sanguinando.

“Desidera?” “L’insolito, grazie.”

Anna Karenina aspettava da settimane notizie di Vronskij, noi ci struggiamo se non abbiamo risposta in cinque minuti. I romanzi non durano più.

Sappiamo far male a noi stessi in modi tanto raffinati e fantasiosi che non ci lasciamo nemmeno i segni sulla pelle.

Ho tutto sotto controllo ma non so di chi.

Parole che ti ammazzano ed era pure fuoco amico.

Inducimi in tentazione, che poi ci penso io alla questione del male e a tutto il resto.

Avete presente?
Passerà.

Passo al lato oscuro perché sfina. Continua a leggere

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Scrittori di aforismi su Twitter, Slidhr (Odette De Crécy)

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @slidhr (Odette De Crécy). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autrice scrive di sé: “Non amo parlare di me, preferisco fluire distrattamente attraverso parole sovrappensiero e lucidi frammenti che lascio cadere sui chiaroscuri dei miei impulsi, forse perché mi piace l’immediatezza di un dettaglio colto nel caos e al contempo l’ambiguità del frainteso. Odette De Crécy, enigmatico personaggio proustiano, ne è la sintesi. Sono scivolata su twitter nel marzo 2013, con disinvolta diffidenza, ma poi ho iniziato un viaggio diverso nel momento in cui ho imparato a leggermi (ero la mia voce fuori campo). Ed è stato come prendermi per mano. E mi è piaciuto”.

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I tweet di @slidrh nascono “in un battito irregolare, nella sbavatura di un colore primario, in tutto ciò che decide di rimanere senza promesse”. Essi sono note a margine della logica, “flussi di incoscienza”, “pensieri randagi”, che si divertono a a tratteggiare disarmonie, “sproporzioni emozionali”, “leggere incoerenze”. Come scrive bene l’autrice “bisogna essere uno scarabocchio sul mondo, di quelli che mettono a soqquadro le simmetrie, così poco audaci”, perché alla fine anche nelle menti “ubriache di logica” si trovano sempre esemplari di lucida follia.

Lo stile dell’autrice sembra simile a linee di confine che si aprono dinnanzi ad altre linee, folgorazioni che rimandano ad altre folgorazioni, In perenne bilico tra la trattazione discorsiva e l’abisso ineffabile dei margini della pagine (la marginalità è una immagine che ricorre spesso nei suoi tweet “Mi piacciono i margini, le parti estreme che contengono tutto ma non lo sanno ancora”), @slidhr non muove dal senso, ma dalla sua indecifrabilità (“mi trovi nelle note a margine di un passo che non comprendi”) e alla logica convenzionale del linguaggio (“Parole, feroci convenzioni pronte a dare un nome a tutto, a bisbigliarti bugie e inventare nuovi mondi. Ma più belle quando indietreggiano”) sembra preferire il caos irregolare della pelle (“La pelle ne sa sempre di più. Lei, la figlia zingara della ragione, l’amante infedele del cuore”) e del sottopelle (“Quando perdo un po’ di me stessa vado a cercarmi sottopelle”).

Quella di @slidrh è una scrittura bordeline (“Seduta all’ultimo banco, rumorosa e dissidente”), che cammina con passo incauto sul ciglio della vita e delle emozioni (“è nei passi falsi che impariamo a camminare”), pronta a rovesciare regole, pensieri ponderati e persino punteggiature. Perché per fortuna, in un mondo dove vige troppo consenso, esiste ancora “la logica del caos”, in cui anime fragili e impavide, “anime di specie diversa e razza sconosciuta”, anime “ancorate alle nuvole”, riescono a dare voce alle loro emozioni e ai loro “pensieri fluidi” e “randagi”.

Presento una selezione di tweet di @slidhr. Da tempo continuo a interrogarmi sulle asimmetrie di follower su Twitter, e sicuramente l’autrice è uno degli esempi più marcati di questa asimmetria: 2250 follower sono davvero un po’ pochi per il suo talento.

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@slidhr, Tweet scelti

In fondo, è nei passi falsi che impariamo a camminare.

La pelle ne sa sempre di più. Lei, la figlia zingara della ragione, l’amante infedele del cuore.

La prudenza ha i tacchi bassi. E la vita ha bisogno di storte per vederci chiaro.

Le emozioni le voglio contromano.

Come quando sei ad un passo dal sole e pretendi la luna.

Presentimenti. Femminili capolavori ingegneristici.

Mi piace la punteggiatura, crea sonorità e discordanze tra parole e impulsi, ma senza è come ritornare bambini. E corri con i lacci sciolti.

Ho smesso di cadere dalle nuvole. Ho imparato a stringerle.

Non è una buona idea è sempre un inizio perfetto.

Il broncio di una donna è un religioso rituale da decodificare con sapiente maestria

Il cuore è sempre in cima alla lista dei sospettati.

C’è troppa punteggiatura nella ponderazione. Preferisco il flusso d’incoscienza. Continua a leggere

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Scrittori di aforismi su Twitter, Sonopazzaio

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter, l’articolo di oggi è dedicato a @sonopazzaio (La Pazza). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autrice scrive di sé:

Parlare di me non è facile.
Figuriamoci parlare di lei.
Lei chi?
La Pazza, naturalmente.
Ovvero l’altra me che mi abita da sempre e che nel giugno del 2012 ha deciso di venir fuori a dire la sua.
Fuori di testa.
La mia testa.
Ero già su twitter con il mio nome, ma dopo qualche mese ho sentito la necessità di dar voce ad ogni mio singolo pensiero liberandolo dalla persona reale che lo scriveva.
La Pazza è un personaggio di fantasia (e la fantasia è anche un po’ il suo alibi).
Scrive paturnie e altre pazzate rispettando, senza volerlo, la doppia anima di chi la anima.
Nella bio di twitter si definisce bipolare (abita ora il Polo Sud, ora quello Nord) e tiene da sempre corsi di pazzia fool-immersion per ‘guarire’ dalla normalità.
Ogni singola parola si arrichisce di metasignificati.
Il vero gioco sta tutto lì: scomporre per poi ricomporre parole che sono delle vere tessere domino.
‘Parole effetto domino. Domino parole ad effetto’, dice.
Anche le foto scattate per caso danno voce a giochi in 140 caratteri.
E, a volte, diventano pretesto (e pre testo) per prendersi gioco di alcuni tormentoni su Twitter
(come la foto scattata al porto della mia città e la didascalia: “Mi siedo sempre dalla parte del porto”).
La Pazza da qualche tempo è anche fumetto o meglio Fumatto, grazie al fumettista Marco Delrio che ogni venerdì sforna una nuova vignetta basata sui dialoghi demenziali dell’hashtag #noncicapiamopiù.
In altre parole tutto è patchwork in progress“.

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Il gioco di parola, (calembour per i francesi, wit per gli inglesi, witz per i tedeschi), è il debordare del significante sul significato, è lo slittamento della struttura del discorso che ci fa riscoprire la forza originaria del linguaggio (liberandoci dalla sua re-pressione)

Tutto è stato già detto, le parole sono logore, così come le modalità discorsive e cognitive abituali, e occorre trovare sotto la logica del discorso un’altra logica che esprima qualcosa di segreto e di nascosto. In questo universo del “già detto” la variazione di una sillaba o anche di un semplice segno della punteggiatura ci permette di ritrovare la libertà e il piacere di giocare con le parole alla ricerca di un senso nuovo.

Come un chimico che unisce sostanze diverse nella speranza di trovare miscele detonanti e nuove materie, così @sonopazzaio gioca con il linguaggio portando gli abituali schemi del pensiero linguistico verso uno “sregolamento” sistematico (“Sei troppo preciso. Vedi di darti una sregolata”) alla ricerca di un senso nuovo. Perché il linguaggio (e il mondo) ha le sue ragioni, ma @sonopazzaio ne preferisce la “follia” (“Tieniti pure le tue ragioni. Io terrò stretta la mia follia”). Così ogni singola parola si arrichisce di metasignificati, “perché il vero gioco sta tutto lì: scomporre per poi ricomporre parole che sono delle vere tessere domino”. E se ci sono pensieri che non hanno nessuna voglia di trasformarsi in parole (“Ho pensieri che non hanno alcuna voglia di trasformarsi in parole”), ci sono parole, che prese in un verso imprevisto (“i girini di parole”), si trasformano invece in pensieri nuovi (“pensieri in via di sviluppo”, “pensieri in movimento”).

Presento una selezione di tweet (ovvero “pazzate”) dell’autrice. In questa cornucopia di intuizioni folgoranti (“Sono sempre sopra le righe”), degni di rilievo sono gli hashtag che costellano e danno un ritmo alla sua timeline come #buongiornounpazzo, #pazzanotte, #sparopazzate, #noncicapiamopiù (sui fraintendimenti del linguaggio) e altri ancora. Insomma una timeline tutta da leggere (l’autrice ha anche un blog Paturnie e altre pazzate  dove dei testi più lunghi, frammenti diaristici, talora in versi, “mille parole pronte pronte lì a cadere, una dietro l’altra”, danno voce a ogni singolo pensiero dell’autrice) .

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@sonopazzaio, Tweet scelti

Il destino ce lo costruiamo noi. E’ fato a mano.

Di alcuni di voi mi piacciono gli altri.

Amo quando parliamo. E quando parli, amo.

Chi non ti calcola si è fatto bene i conti.

L’amore è una trappola. Per troppi.

Cerco la parità dei sensi.

Ho un nodo in g8la.

Non ti muovi, eppure mi commuovi. Sensazioni senz’azioni.

Tu avrai pure ragione, ma io ho sentimento.

Ci resto male. Ma resto sempre.

Non fare le cose per forza. Ma non farle nemmeno per debolezza.

Programma del giorno:
– pensare a te
– pensare a te
– pensare a te
Non necessariamente in quest’ordine.

Nell’arco di una vita ventiquattro ore sono solo una freccia.

Ho un buco allo st maco.

Tu non mi meriti. Ed il merito è tutto tuo. Continua a leggere

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Scrittori di aforismi su Twitter, Luilla

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter, l’articolo di oggi è dedicato a @_Luilla_ (Luilla). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autrice scrive di sé: “Sono cresciuta in campagna tra torte di fango e cadute dagli alberi. Il mio sogno di diventare ballerina è svanito la prima volta che mia nonna ha messo in tavola le lasagne”.

Iscritta dal novembre 2010, nel suo profilo personale @_Luilla_ scrive che è su Twitter “per cazzeggiare, figuriamoci se mi interessa fare belle figura” e in un tweet aggiunge: “Non scrivevo così tante cazzate nemmeno sui diari di scuola”.

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Il tweet comico, la cosiddetta battuta o barzelletta o cazzeggio ironico, è un modello ricorrente e spesso abusato su Twitter. E il confine tra la demenzialità e l’arguzia, tra la battuta da salotto e il lampo di un motto di spirito, tra il ridere per ridere e il ridere per sciogliere i nodi del senso è spesso sottile e impalbabile. Rispetto ai tanti, molti autori di Twitter che hanno fatto della battuta il proprio punto di forza, @_Luilla_ ha questa capacità di far ridere non solo di pancia, ma anche e soprattutto di testa, con i suoi giochi sottili di parole e di idee, con il suo scetticismo sul mondo (“Dovremmo uscire di casa a giorni alterni. Un giorno io e uno la gente”), con la sagacia psicologica, con sua inconfondibile autoironia. L’autrice non usa la comicità in modo impersonale – quasi come uno sketch da palcoscenico – ma crea una specie di diario personale dove mette in scena – essendo lei la prima a ridere di se stessa – le proprie debolezze, le proprie idiosincrasie e anche le proprie aspirazioni (spesso mancate). Dalla taglia del proprio corpo (“Io sono una 42 che non ce l’ha fatta”) alla pigrizia (“La mattina prima di parlarmi dovrebbero contare almeno fino a mezzogiorno”), dalla dieta (“Io la farei la dieta a zone ma nella mia non prende”) alla vita coniugale (“Sta cosa che quando va a comprare le sigarette poi torna sempre deve finire”), dal social Twitter (“A quei follower che rimangono con me solo una notte volevo chiedere se almeno un po’ gli è piaciuto”) alla sua poca socialità (“Tutte queste App e non ce n’è una che ti segnali se nelle vicinanze c’è qualcuno che non vuoi salutare”), @_Luilla_ crea una mitragliata davvero inconfondibile di battute, trovate, sfoghi, sghignazzate, paradossi, morsi, ditate negli occhi, insomma il meglio del peggio di questo mondo in cui viviamo.

Presento una selezione di tweet di @_Luilla_

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@_Luilla_ , Tweet scelti

La mattina prima di parlarmi dovrebbero contare almeno fino a mezzogiorno.

Dovremmo uscire di casa a giorni alterni. Un giorno io e uno la gente.

A quei follower che rimangono con me solo una notte volevo chiedere se almeno un po’ gli è piaciuto.

Eppure eravamo dei bambini che ridevano per una linguaccia o se ci “portavano via il naso”. Perché siamo diventati così non so.

“Ehi, dove credi di andare?”
“Nel panico.”

Io la farei la dieta a zone ma nella mia non prende.

Ogni volta che mi dicono “Fai quello che sai fare meglio” mi viene l’istinto di aprire il frigorifero.

Volevo chiedere a quelli che copiano se sanno già cosa sto per scrivere che non ho voglia di pensare.

I tempi cambiano. Prima se tornava all’improvviso dovevi nascondere l’amante nell’armadio ora devi lanciare lo smartphone dalla finestra.

Tutte queste App e non ce n’è una che ti segnali se nelle vicinanze c’è qualcuno che non vuoi salutare.

La mia prossima vita seppur breve sarà intensa e con qualcuno che ci tiene a me più di ogni altra cosa. Sarò uno smartphone. Continua a leggere

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Scrittori di aforismi su Twitter, Twilla_Ria

Ci sono autori su Twitter nei cui frammenti e tweet è possibile sentire un’aria di famiglia. Una comune vocazione all’umorismo e al gioco di parole come esercizio puro dell’intelligenza, come una variazione sempre brillante dell’ironia e dell’autoironia, come forma di capovolgimento degli schemi linguistici e concettuali tradizionali. Si fanno chiamare “paroletariati” e giocando su una sola parola, togliendo o aggiungendo una sillaba, ricorrendo a una assonanza riescono a ottenere degli spiazzamenti di senso davvero originali.

Un’autrice che appartiene alla schiera dei paroletariati è @Twilla_ria (Lilla), un vulcano di calembour, anagrammi, motti sferzanti, arguzie, nonsense (mentre scrivo l’autrice sta partendo per un raduno degli “storpionimi”). @Twilla_Ria ama il gioco di parole e ironizza sopra questa sua passione (“Per darci un taglio coi giochi di parole, dovrei trovare la spada di Excalembour”). La parola è lo strumento che permette di capovolgere il senso delle cose e aprire nuove prospettive (l’anagramma di parole è “apro le”). Se il gioco di parole è una specie di giostra magica, il calembour è – per usare un anagramma – il suo “bruco mela” che fa salire sulle montagne russe del senso creando vertiginose associazioni (“Amore è quando due cuori entrano in coillusione” o “Sono o non sono d’io? Non so deicidermi” o addirittura in lingua inglese “I am + You are = We amare”).

Twilla_ria_zz.jpg

Il calembour/anagramma, pur se prevalente nella timeline, non è l’unico strumento che l’autrice usa per aprire nuovi mondi. L’autrice – che dice di amare Escher e si professa “escheriana” – al modo dell’artista olandese, lancia una continua sfida – attraverso lo strumento del linguaggio – alla percezione del reale, nel tentativo di rappresentare ciò che impossibile. Oltre ai non-sense, i motti sferzanti (l’autrice le chiama anche “burle”), i palindromi e i paradossi della logica (“Se avessi un euro per ogni volta che ho avuto un euro, avrei raddoppiato il capitale” o “Faccio il conto alla rovescia delle pecore per svegliarmi”), c’è da sottolineare l’uso molto particolare della gregueria, un modello tanto caro allo spagnolo Ramon Gomez de la Serna, definito “lo psicologo delle cose” e maestro nell’usare metafore e analogie sorprendenti che mutano la nostra percezione. Ecco alcuni esempi in @Twilla_Ria: “Il firmamento, una collezione d’autografi di vere star” o Ogni volta che il cielo s’innamora della terra, è un colpo di fulmine” o “Quando ai punti esclamativi va il sangue alla testa, si riposano un po’ facendo le i” o infine “Prima che il grattacielo fosse costruito, quando il cielo aveva prurito doveva aspettare qualcuno felice che lo toccasse con un dito”.

@Twilla_Ria ironizza sul suo talento (“La mia attitudine all’anagramma è un “talento latento”), ma i suoi tweet sono acuti e originali e i 1600 follower sono davvero pochi. Nella breve nota biografica che l’autrice mi ha inviato, scrive di sé: “Mi chiamo Il-aria e ho problemi di articolazioni (nomen omen). Amo la filosofia della scienza, il cioccolato e l’enigmistica. Da grande vorreı essere meno pıgnola, ma non è facıle smetterla coı puntını sulle ı. Sono vicentina, ma non mangio gatti né li fotografo: sono Instagram-free. Il mio lavoro preferito è fare l’autrice per un programma di Deejay tv che si chiama Lorem Ipsum”.

@Twilla_Ria è su Twitter da fine 2011, “un amico m’ha suggerito l’iscrizione, battezzandomi Twilla (il mio soprannome è Lilla). Mi è subito piaciuto molto perché amo la brachilogia, così sono rimasta”.

Presento una selezione di tweet di @Twilla_Ria. Sono talmente particolari e originali che si potrebbero definire “twillarismi” (per i miei altri articoli sugli autori di Twitter si veda Scrittori di aforismi su Twitter):

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@Twilla_Ria, Tweet scelti

Se avessi un euro per ogni volta che ho avuto un euro, avrei raddoppiato il capitale.

I soldi come unica religione. Moneteismo.

Chi ha ricevuto il mio cv doveva avere un contratto apro-getto.

Avrei dovuto dormire di più col sonno di poi.

Vi è mai capitato passare la serata a setacciare i cornflakes alla ricerca dei riccioli di cioccolato perché non c’è altro cacao in casa?

Faccio jogging a km 0.

Un senso?
Nessuno.
#anagramma

Io di solito so risolverlo ma… come si fa a staccare e riattaccare gli adesivi dal cubo di Rubik di Google?

Il mondo va a rotoli doppio velo.

Faccio il conto alla rovescia delle pecore per svegliarmi.

C’è un’app per oscurare tutte le discussioni deliranti post Grillo-Vespa. S’attiva premendo il tasto Off del vostro dispositivo elettronico.

Al “wireless per tutti” preferirei “tutti wireless”,
non più burattini.

O vita, desidero ore di sedativo.
#palindromo

Sembra impassibile ma sta sfingendo

In principio era il CAOS, poi dal CASO nacque COSA.
(Perché nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si anagramma) Continua a leggere

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Scrittori di aforismi su Twitter, Mr Heathcliff

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @MHeathcliff (Mr Heathcliff).

Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autore scrive di sé: “Avevo più o meno 14 anni quando, per la prima volta, ho trovato il coraggio di leggere qualcosa di mio a qualcuno. Il risultato è stato un perculare, durato mesi, da parte di quel gruppo di persone che chiamavo ‘amici’. Ho continuato, poi, a farlo di nascosto. Ho continuato a scrivere e a rileggere, per poi stracciare, tutte le parole che scrivevo. Sono stato malato. Malato di una sorta di ‘bulimia emotiva’, dove rifiuti quello che butti fuori (o dentro?) perché non ti piaci, perché non ti accetti. Ma non puoi fare a meno di buttarlo fuori. La mia toilette era la mia stanza. Le dita in gola, la mia penna. Solo che qui non c’entrano il corpo e il cibo in senso stretto. C’entra il cibo di cui si nutre l’anima, c’entrano le parole. Poi per fortuna la vita ti prende a sberle, cambi e capisci il vero significato della parola ‘amico’ e della parola ‘vergogna’. Certo, anche su Twitter c’è chi ti prende in giro. Ma gli amici, sono un’altra cosa”.

A proposito della sua iscrizione a Twitter, l’autore mi rivela: “Heathcliff è giovane e incosciente, nasce a febbraio del 2013. Se fosse un aggettivo sarebbe ‘orgoglioso’. Qui mi ci ha portato un amico (uno di quelli veri) e come per tutti i ‘posti’ in cui non volevo entrare, son finito per non volerne uscire più”.

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Possiamo descrivere l’amore? Potremmo anche tentarci, ma questo non vuol dire che si arrivi ad una descrizione definitiva. Ognuno a suo modo ha tentato di esprimerlo a parole, ma dietro ad ogni enunciato ciò che si spalanca è un’infinita possibilità di altri enunciati. Come molti altri autori di Twitter, @MHeathcliff pone l’amore al centro delle sue riflessioni, un amore rivolto a un Tu dietro il quale potrebbe essercene altri migliaia (“Quasi 5.000 tweet scritti per la stessa persona, ma senza sapere quale”), un amore fatto di emozioni, di corpi, di ricordi, di speranze, ma anche di delusioni e assenze.

Nella timeline di @MHeathcliff l’amore si avverte, si percepisce anche dove non c’è, attraverso queste vampate di linguaggio, questi lampi discontinui che si manifestano con messaggi, simboli, ritratti inequivocabili sulla Malinconia e sulla Felicità, sul Pieno e sul Vuoto, sull’Attesa dell’Altro. L’autore sa che deve riempire il proprio già detto, il già contraddetto, con la propria storia amorosa, che si scrive e riscrive ogni giorno (“Non posso scrivere senza scriverti. Questo è tutto”), perché il discorso sull’amore è un discorso infinito. Non è un romanzo con una trama e una sua linearità, ma un’enciclopedia, un dizionario che si aggiorna costantemente, un perpetuo calendario di avvenimenti che riguardano l’altro.

In preda alle sue figure, a queste fragili e dirompenti rappresentazioni di Amore, @MHeathcliff vive, è felice e malinconico, vuoto e pieno, si sforza, si prodiga, si cristallizza, si sceglie un ruolo, produce e scalfisce e a volte perde anche.

Presento una selezione di tweet di @MHeathcliff apparsi negli ultimi 6 mesi:

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@MHeathcliff, Tweet scelti

Sarebbe tutto più facile se le cose finissero quando finiscono.

Si volevano ma non sapevano volersi. Sbagliavano strada, si perdevano sempre. Sapevano solo mancarsi. Ecco, a mancarsi erano imbattibili.

Assomigli moltissimo ad una strada senza uscita, ma nel centro di Parigi. E piena di fiori.

Hai presente la storia della farfalla e l’uragano? Ecco, la farfalla sei tu. E l’uragano ce l’ho dentro io.

Io, nelle persone che hanno ancora il coraggio di aprirsi, mi ci chiuderei dentro.

Twitter è dove guarisci dalle tue paranoie e ti ammali di quelle degli altri.

Ho una relazione clandestina con la mia malinconia. Ma vi prego, non ditelo alla mia felicità.

Non ho problemi con l’alcol, ho problemi con la realtà.

E’ amore quando le paure che senti non sono le tue.

I momenti in cui sono stato davvero felice posso contarli sulle dita di una mano, la sua.

La felicità più autentica la senti sempre un istante prima della tristezza più profonda. Solo che te ne accorgi dopo.

Era quel tipo di donna che incontri una sola volta nella vita. E che impieghi tutta la vita a dimenticare.

C’è solo una sensazione più bella dell’innamorarsi di una persona: è quando non te ne frega più un cazzo.

La solitudine pesa, ma certe compagnie ti sotterrano. Continua a leggere

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Scrittori di aforismi su Twitter, In Mino Veritas

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @tragi_com78 (In Mino Veritas).

Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autore scrive di sé: “Sono il risultato di un lungo processo di incubazione e come i peggiori incubi sono divenuto realtà. Nella vita faccio tutt’altro, cose molto serie, di cui ora vi parl… zzzzzzzz. Okay, dicevamo? Quello che scrivo qui è il frutto di una riflessione: niente è come sembra e un niente basta a cambiare tutto. Se non ci credete, provate a fare un gioco di parole. Come ho scritto sul mio blog/sito Inminoveritas, le regole sono fatte per essere riscritte. Addirittura ho esagerato, facendo delle magliette con i miei calembour tipo ‘Tutti i nudi vengono al petting’ o ‘Mangio ogni sera dal turco. Ke barb!’ che chi visita il mio blog può ammirare in tutta la loro demenza”.

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@tragi_com78 è iscritto su Twitter dal marzo 2011: “Ho iniziato a scrivere giochi di parole su Facebook, ma così, per puro spirito dissacratorio nei confronti di chi mi pareva usare quel social prendendolo e prendendosi troppo sul serio – anche sulla cacca del cane per intenderci – ho iniziato a riscuotere un discreto successo, qualcuno intelligente m’ha detto: ‘prova Twitter’ ed io l’ho fatto. Ora eccomi qua”.

@tragi_com78 appartiene alla schiera dei calembouristi e “paroletariati” di Twitter (di cui fanno parte anche @Egyzia, @LiaCeli, @Arcobalengo, @Texxmat, @egowalter e altri ancora) che lavorano, con grande efficacia, sul linguaggio e sulle parole e che, facendo uscire la frase dai consueti binari linguistici, si divertono ad aprire orizzonti di significato nuovi e talora paradossali.

La timeline di @tragi_com78 è il trionfo dell’invenzione, della genialità e dell’assurdo. L’autore definisce i suoi tweet come “afuorismi” e mai definizione fu più azzeccata. Con un semplice spostamento di lettere, di virgole, di segni grafici (a volte basta un semplice refuso, e del resto lo scrive l’autore stesso “ho poche idee, ma refuse” ), @tragi_com78 riesce a portare le parole e le frasi “fuori” dal loro contesto abituale, creando degli imprevedibili slittamenti linguistici del senso (“parlo a vanvera perché è l’unica che mi da soddisfazioni”). Come scrive bene l’autore “I contenuti non hanno contenitori” e il gioco è proprio nel creare nuovi e paradossali contenitori che danno alle cose un nuovo contenuto.

Presento una selezione di tweet dell’autore. @Liaceli, il punto di riferimento indiscusso di questo genere, definisce @tragi_com78 un vero e proprio “agit-prop del gioco di parole”:

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tragi_com78, Tweet scelti

Per Grillo introdurrei il reato di clowndestinità

Si diventa grandi quando si ha paura di scherzare col gioco.

Ti lascio perché ti amo troppo. Ma la verità è: un’altra.

Pare amore. E’ fantasia.

AAA cercasi consonante.

Chissà com’è Carlo d’Inghilterra nella vita reale.

Scrivendo versi rimando tutto a domani.

Vivo tra alti e bassi, incostante ascesa.

Pedofili, prima o poi vescovo tutti.

Ghe Renzi mi. Continua a leggere

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Dino Basili, Code pestate

Scritti all’indomani delle elezioni europee, questi aforismi di Dino Basili, giornalista parlamentare, dovrebbero essere seguiti dalla formuletta che scorre nei titoli di numerosi film: “Ogni riferimento a persone o fatti realmente avvenuti è puramente casuale”.

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Dino Basili, Code pestate

Gl’illusionisti stanno organizzando un sindacato di categoria. Sono in esaurimento i trucchi.

Tra le cose che “stanno male a lo munno”, un raro proverbio rimarca: “no fiasco ‘n mano a lo tedisco”.

Murales. “Piuttosto che niente è meglio piuttosto”.

C’era una volta la politica dei due forni. Pare siano insufficienti: si punta al raddoppio. Le pizze sono metà scotte e metà bruciacchiate.

Norberto Bobbio invitava non calpestare i penultimi. Passate poche stagioni, urge estendere la protezione ai terz’ultimi.

Risparmiare, risparmiare. Anche nei giornali si tira la cinghia. Eccezione: la groviera dev’essere della migliore qualità, altrimenti i buchi non sanno di niente.

Controllare severamente la retorica dei numeri. Alla larga, però, da un’Authority dei dati.

L’abuso dell’espressione “metterci la faccia” spiana la strada al “faccismo”.

Per i “caduti del video”, ovverosia le vittime degli scontri mediatici, latita la pietas che circonda i morti e feriti di altre battaglie. Anche se non mancano crudeli affinità.

Nuovo corso all’università dell’Insipienza: laurea in scienze del luogo comune, con master in prosopopea.

Al termine dello stage, l’esordiente Amleto ha ritoccato il monologo: “Esserci o non esserci”.

Le corde comiche cigolano, quelle tragiche sono ammollate. L’altalena dondola pericolosamente sul tragicomico.

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Scrittori di aforismi su Twitter, Unkarmapensante

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @unkarmapensante (CaraCatastrofe). L’autrice, che è su Twitter da novembre 2011, mi scrive che non ama le bio autocelebrative e mi chiede di citare semplicemente quanto appare nella sua pagina di Twitter: “Dosarsi è da interrotti”.

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La timeline di @unkarmapensante è un inno alla gioia dell’amore (“Il palinsesto della mia felicità ripete te all’infinito”), quell’amore che capita una volta sola nella vita (“Ami una volta sola così, nella vita. E ti senti stupido e perfetto in maniera così identica, che puoi perfino sopportarlo”) e prima del quale ogni cosa sembra essere stata inutile (“Svegliarmi per 32 anni senza di te è la cosa più inutile che mi sia successa”).

Se l’amore è una “esondazione intima” che può travolgere ogni cosa e la sua catastrofe può essere meravigliosa (“Siamo esondazioni emotive. Ci guardiamo travolgerci. La catastrofe può essere meravigliosa”), anche lo stile che lo descrive deve essere “esondante”. I tweet di @unkrmapensante non sono una proliferazione di asserzioni e ragionamenti dove la verità rischia di morire strangolata per troppa razionalità o ironia, ma un lampeggiare di immagini e intuizioni e sensazioni nude che passano, quasi sempre, attraverso la pelle più che attraverso la mente (“Chi dice che al cuor non si comanda, non ha mai avuto a che fare con la pelle”) e concentrano nella brevità di un istante la totalità armoniosa – e anche vertiginosa – di due persone che si amano. Così la scrittura di @unkarmapensante è piena di immagini, metafore e simboli che mostrano analogie potenti e impensate: “Sei viva, distesa, potente. Potresti essere il mare, il cielo, tutto quello che ti pare” o anche: “Ti porto sulla luna a prendere il sole” o anche “Io e te siamo la ciambella con il buco, l’erba del vicino, la botte piena, l’oro in bocca, la lingua che batte, chi la dura, chi la vince”. Il corpo, in particolare le labbra, i denti, la pelle, “sono la fionda di tutti i sensi”, e creano un linguaggio originale, fisico, corporale: “Tu scrivi, io ti bacio. Mica lo sanno, gli altri, da quanta lingua passano le nostre parole”.

Presento una selezione di tweet di @unkarmapensante:

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@unkarmapensante, Tweet scelti

Svegliarmi per 32 anni senza di te è la cosa più inutile che mi sia successa.

La gente sparisce in cento modi, torna in altri mille, non se ne va mai in cinquecentomila.

La felicità la misuri da quanta ginnastica al giorno fanno le tue guance.

Siamo esondazioni emotive.
Ci guardiamo travolgerci.
La catastrofe può essere meravigliosa.

Non conta dove gli occhi si posano.
Conta dove tornano.

Le mie labbra, con te, sono al parco giochi e hanno biglietti per ogni attrazione. Neanche ci pensano, allo zucchero filato

Ci sono punti del corpo sui quali le labbra fanno un rumore adesivo, diverso, morbido. Io me li sentirei anche con le cuffie, certi baci.

Lontano è subito troppo perché vicino non è mai abbastanza.

Mi svegli in certi modi che io vorrei addormentarmi centomila volte al giorno all’improvviso e dovunque.

C’è un istante perfetto, che si mangia gli altri. Puoi digiunare anche tutta la vita, dopo.

Quelli che sanno leggerti. Non è mica facile, sapete.
Cioè, le parole in fila sono una cosa, le parole nella fila giusta sono un’altra.

Le password restano più delle persone. Perché aprono tutto, mentre le persone ti chiudono dentro

A volte leggi qualcuno che scrive bene cose che non ti piacciono. Rimani interdetto, ti innamori con un disappunto implacabile.

I ricordi non sono la storia. Sono i ricordi. Niente è più personale, meno dimostrabile

La gente si sistema le parole meglio dei capelli, ma raramente è più interessante che bella.

Io sono pazza dei silenzi giusti.
Quelli che dice tutto la pelle.

Il torto è una ragione che non sa difendersi.

Ti porto sulla luna a prendere il sole.

Solo il tempo non è risarcibile.
Non in tempo, almeno.

Le ultime dieci pagine di un libro. La fatica tra chi legge e chi scrive è tutta lì. Nel tenersi quando ci si sta per perdere. Continua a leggere

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Scrittori di aforismi su Twitter, Egowalter

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @egowalter (Walter Ego). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autore scrive di sé: “Nacqui da pochi, ma onesti genitori e crebbi con gli stessi pochi, ma onesti genitori. Malgrado le loro amorevoli premure non fecero in tempo a vaccinarmi contro il virus dello scrivere e mi ci ammalai verso i cinque anni. Da allora sono passati decenni e non ne sono ancora guarito. Scrivere è una condanna. Per gli altri.”

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@egowalter si è iscritto a Twitter nel dicembre 2010. “Mi iscrissi a Twitter per una sfida verso me stesso. Di natura non so essere sempre sintetico e obbligarmi al minuscolo mi attirava terribilmente. Volevo usare Twitter come palestra (per me stesso), al tempo stesso infliggendo ai miei adorabili follower qualche malsano giochetto di parole, mania che da sempre mi perseguita. Quando mi iscrissi a Twitter cercavo un nom de plume adatto a rappresentarmi come alter ego, e Walter Ego (@egowalter) mi parve, per l’appunto, un nick adatto. Mi piace considerare @egowalter come un pupazzo a cui io, come un ventriloquo, dò voce”.

La Timeline di @egowalter è un fuoco di artificio di calembour, invenzioni verbali, nonsense, trovate, doppi sensi, immagini capovolte, battute, e così via. E’ un trionfo dell’invenzione, della genialità e dell’assurdo. Nel citare tra i suoi tweet un famoso aforisma di Cioran “Queste idee che sorvolano lo spazio e che, d’un tratto, cozzano contro le pareti del cranio”, @egowalter spiega molto bene il suo modo di scrivere. E’ come se nello spazio ci fossero queste idee (e immagini) piene di possibilità e di paradossi. E nel cozzare contro il cranio (o l’ego) dell’autore, dessero luogo ad associazioni inusitate e fulminanti. In questa officina creativa di idee e di immagini (“Odio dire cose già dette da altri” c’è scritto nel suo profilo), @egowalter usa con grande originalità e disinvoltura il gioco di parole (calembour per i francesi, wit per gli inglesi). Con minimi spostamenti di una lettera, talora anche di un apostrofo opera continui cambi di senso (“Penso e modifico me stesso. M’edito” oppure “L’amore ha i suoi tempi e i suoi m’odi”). A volte basta solo modificare la punteggiatura della frase precedente per ottenere effetti imprevisti: “Qui. E te. Quiete” ovvero togliere una semplice lettera dalla parola: “Carpe DM”. A volte è persino sufficiente il suono onomatopeico della parola per creare il tweet originale: “Mastico un po’ di grammatica generativa. Chomsky Chomsky”. L’effetto è sempre quello di una sorpresa, come se il lettore assistesse al numero di un funambolo del linguaggio e del senso che guizzi da un trapezio all’altro con le sue piroette e volteggi mentali.

@egowalter appartiene a quella schiera di “paroletariati” di Twitter (di cui fanno parte anche @Egyzia, @LiaCeli, @Arcobalengo, @Texxmat e altri ancora) che lavorano, con grande efficacia, sul linguaggio e sulle parole e che, facendo uscire la frase dai consueti binari linguistici, si divertono ad aprire orizzonti di significato nuovi e talora paradossali. Presento una selezione dei migliori tweet di @egowalter apparsi nell’ultimo anno:

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@egowalter, Tweet scelti

Cambiate idea ogni tanto, altrimenti la testa sa di chiuso.

Ti ho sempre amata, senza se e senza ma. Ti ho mpre ata.

Amicizia è condividere ciò che si sa.
Amore è condividere ciò che non si sa

Penso e modifico me stesso. M’edito.

Il passato è un museo di statue di c’era.

La vita è breve, in parole polvere.

La mia vicina di casa è iscritta a Twitter. La tipica ragazza della porta account.

Le 3 cose che ci rendono famosi nel mondo:
– spaghetti
– pizza
– “ci scusiamo per il disagio”.

Gli esseri umani si dividono in due categorie: gli esseri e gli umani.

C’è gente il cui piatto preferito è l’encefalogramma. Continua a leggere

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Scrittori di aforismi su Twitter, Eloisa_pi

Nella sezione Scrittori di aforismi su Twitter l’articolo di oggi è dedicato a @eloisa_pi (una stronza). Nella breve nota biografica che mi ha inviato, l’autrice scrive di sé: “In realtà di me non ho molto da dire. Sono tutto quello che scrivo, forse. E le parole ‘scrittrice/autrice” messe nella stessa frase accanto al mio nome non mi suonano granché bene …”. E aggiunge: “Sono sarda. Vivo al mare, vivo il mare, lo respiro. Non potrei stare in nessun altro posto del mondo”.

@eloisa_pi è su Twitter dal dicembre 2010, ma ha fatto passare almeno un anno prima di scrivere (il primo tweet è del 24/10/2011). Alla mia domanda su perché scriva su Twitter mi ha risposto laconicamente: “Il giorno in cui lo scoprirò, probabilmente sarà il giorno in cui smetterò di farlo”.

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Sognatrice delusa (“forse lo sono stata, una sognatrice, ora sono solo una persona fin troppo realista”), sarcastica (“Sarcasmo: l’ultimo rifugio per le persone modeste quando l’intimità della loro anima è stata troppo violata” afferma l’autrice citando Fëdor Dostoevskij), @eloisa_pi scrive tweet che ci fanno vergognare delle nostre debolezze e ipocrisie e incoerenze. Con uno stile forte, schietto, tagliente come una lama (“Tutto quello che si scheggia diventa tagliente. Anche le persone”) @eloisa_pi rigira le sue frasi nella piaga e ci fa arrossire dell’immagine interna che abbiamo di noi stessi. Da solo, l’uomo aggiusta ogni cosa in modo che gli venga comoda, da solo è un’irresistibile bugiardo. Non dirà mai a se stesso qualcosa di veramente spiacevole, senza controbilanciarlo subito con qualcosa di lusinghiero. Ma in questa ipocrisia, che è solo una finta valvola di sicurezza, le frasi di @eloisa_pi arrivano improvvise e inaspettate e ci mettono davanti a noi stessi, facendoci dire: “Ma questo sono io”.

Frasi come “Quelli che credono di farti ‘la carità’, lo sanno che in realtà è a loro che serve?” o “Peggio del parlare da soli c’è solo il non ascoltarsi nemmeno” o “Certe cose non cambiano mai. Come quelli che sputano nel piatto in cui mangiano, ma poi ci fanno anche la scarpetta” o “Sei bravo a dire quello che pensi. E quello che senti?” (e potrei citare decine e decine di altri frasi), risuonano nella nostra mente e ci tolgono una innocenza che forse era attraente ma che in realtà era solo di comodo. Perché anche nelle situazioni più sicure e apparentemente rosee c’è sempre qualcosa che non torna e quel qualcosa siamo noi, come scrive l’autrice a proposito di se stessa: “C’è sempre qualcosa che non torna. Io, ad esempio”.

Presento una selezione dei migliori tweet di @eloisa_pi:

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@eloisa_pi, Tweet scelti

I difetti vanno saputi portare. Che i pregi stanno bene a tutti.

Perché almeno una volta ogni tanto, anziché la cosa giusta, bisognerebbe fare la cosa che rende felici.

Le cose che scegli non sono mai quelle che ti cambiano. Ti cambiano quelle che scelgono te.

Chi è bravo con le parole, in realtà, cerca solo qualcuno che lo faccia rimanere senza.

Le occasioni sprecate sono un vero peccato.
Anche perché di solito sono persone.

Se usi solo le mani non potrai mai toccare tutto.

Non sono sicura di voler vivere in un mondo dove due uomini che si amano fanno più paura di due uomini che si ammazzano.

Quelli che credono di farti “la carità”, lo sanno che in realtà è a loro che serve?

Credo agli occhi di pochi. Non alle bocche di tutti.

E se proprio devo essere una tessera del puzzle, sarò solo quella mancante.

Il giorno in cui la smetterete di pensare che i retweet siano scambi di favori, twitter sarà un posto migliore.

Peggio del parlare da soli c’è solo il non ascoltarsi nemmeno.

Siamo sempre dappertutto e con chiunque.
Ma mai dove e con chi vorremmo.

Fatevi togliere il fiato prima dei vestiti. Continua a leggere

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