Come afferma Aleksandar Cotric, uno dei maggiori aforisti del paese e membro del circolo aforistico di Belgrado (Beogradski aforističarski krug), in una intervista rilasciata al NY Times, “C’è stata in Serbia una vera e propria ‘Rinascita’ dell’aforisma che ha coinvolto ogni fascia della popolazione, dalla nonna allo studente (…) Durante gli anni della guerra civile, gli aforisti hanno condiviso il loro humour con letture nella metropolitana e attraverso graffiti spruzzati sui muri delle città devastate dalla guerra (…) Abbiamo avuto guerre, iperinflazione, culto della personalità, censura, nazionalismi, pulizie etniche e l’umorismo è stata una forma di difesa da tutto questo.”
Così in Serbia non si contano i numerosi premi letterari dedicati all’aforistica e alla satirica (tra i più importanti il “Radoje Domanovic“), le numerose letture pubbliche e presentazioni di libri (addirttura su Radio Belgrado), le numerose antologie tradotte in altri paesi europei (ultima in ordine di apparizione è una antologia dell’aforisma serbo in lingua polacca), i tanti festival (ad esempio il Satira Fest o il Krusevac Festival internazionale di umorismo e satira), le associazioni e i circoli (Beogradski aforistički krug, che in italiano si traduce con Il Circolo aforistico di Belgrado) e le numerose riviste (ad esempio Artija.net, Etna, Zikison.net, Hedgehog, etc). Non mancano neanche i tanti siti web tra cui segnalo Aforizmi (in serbo aforisma si dice aforizam, aforismi aforizmi). Questa è la home page del sito e questo è il blog. .
Tutto questo è ovviamente inconcepibile in Italia, paese che ha una situazione politica e sociale (e anche una tradizione culturale) diversa dalla Serbia. Da noi il disinteresse verso i pochi scrittori di aforismi è quasi totale (soprovvivono solo le cosiddette “citazioni” smontate dal testo, si veda anche il mio articolo: “Il genere aforistico: verso un nuovo paradigma”). Gli aforisti italiani vivono nell’anonimato, pubblicano presso case editrici minori e vedono loro libri vengono puntualmente ignorati dai recensori e dai lettori.
La situazione è resa bene da Aleksandar Cotric che afferma “Quando ho fatto tradurre e pubblicare il mio libro di aforismi in Svezia ho fatto flop“. E non poteva essere diversamente nel paese di Stieg Larsson e del giallo scandinavo. Probabilmente anche nel nostro paese sarebbe andata nello stesso modo.
Così da noi si lascia cadere nell’oblio uno dei principali interpreti dell’aforistica, il polacco Stanislaw Jerzy Lec (nessuna casa editrice ristampa le sue opere), mentre in Serbia più di 500 spettatori hanno partecipato al Settimo International Satira Fest 2009, sotto lo slogan” “Lec tra i serbi“, che si è tenuto a Belgrado, l’8 e il 9 marzo 2009, in onore del centenario della nascita del famoso aforista polacco (da noi nè i giornali nè tantomeno i blog non hanno dedicato una sola riga al centenario della sua nascita).
Ecco una foto del Satira Fest 2009 intitolato “Lec tra i Serbi“. Si può notare il pubblico numeroso!
Ed ecco una foto della giornate di umorismo e satira in Pljevlja